piattaforma 1
DESIGN 2013/14 n 1 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
http://design-cecilia-polidori-2014-1.blogspot.it/

2
DESIGN 2013/14 n 2 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
http://design-cecilia-polidori-2014-2.blogspot.it/

3
DESIGN 2013/14 n 3 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
http://design-cecilia-polidori-2014-3.blogspot.it/

Ghirlanda Design

English version - click on

sabato 15 marzo 2014

* Leggerezza, Funzionalità ed Economicità : il Design di Franco Albini

bene Marco, utilizzeremo il suo post nella prox  Lezione 11 e caricherò la valutazione sulla sua Graduatoria.
Architetto e designer appartenente alla corrente del razionalismo italiano, Franco Albini inizia la propria attività lavorativa agli inizi degli anni ’30 del ‘900. Laureatosi nel 1929 in architettura, apre il proprio studio professionale due anni più tardi e inizialmente realizza per lo più progetti di mobili d’arredamento. Nella sua vita lavorativa Albini ha progettato edifici, singole case o interi quartieri, ha allestito mostre, ha sistemato musei e disegnato mobili. " Architetto e progettista dall'indole silenziosa e perfezionista, persegue una fede quasi mistica nel ruolo sociale della sua professione e si connota come architetto della leggerezza, delle linee ferme, semplici e correttissime poiché, come egli stesso afferma, ”sono i vuoti che occorre costruire, essendo aria e luce i materiali da costruzione"
Nel corso della sua carriera Albini collabora con le più moderne aziende dell’epoca tra cui Brionvega, Cassina, Arflex, Arteluce e Poggi. Molti sono gli arredi da lui realizzati come la libreria Veliero, pura struttura ispirata ai pennoni di una nave, la poltroncina smontabile Luisa, dedicata alla moglie, la poltrona Margherita, la poltrona Fiorenza e tanti altri.
da sinistra : la poltrona "Tre Pezzi" (1959); Tavolino "Cicognino" (1953); libreria "Veliero" ( 1938)
Libreria "Veliero" ( 1938)
Realizzata nel 1938 come unico prototipo per il suo appartamento a Milano la libreria  Veliero si ispira nella forma e nella struttura a stralli e velature di un’imbarcazione velica. La libreria è composta da due aste in legno di frassino su cui si trovano sospesi, attraverso un sistema di tiranti in acciaio, i ripiani in vetro stratificato. L’insieme appare quasi sospeso ed aereo, ed i libri sembrano letteralmente galleggiare nello spazio." (Ritana SCHIRINZI, Librerie Cassina: riedizione di Veliero” di Albini, 02/05/2011, http://www.designmag.it/articolo/librerie-cassina-riedizione-di-veliero-di-albini/10505/
Poltrona Luisa 1955
Poltroncina per la Villa Pestarini 1938
Tra le sue opere più conosciute, la sedia Luisa, realizzata per la produzione in serie, è un progetto durato quindici anni e scandito da diverse edizioni " […] Dopo una serie di versioni concepite, a partire dal 1939, per specifiche occasioni d’interni (dalla descrizione il modello originario sembrerebbe quello per casa Pestarini), una prima versione di questa seduta (ancora non si chiama Luisa) inizia a essere prodotta, secondo un disegno dell’ottobre 1949, dalla società americana Knoll, una seconda edizione viene disegnata nel novembre 1949 per la Slica   di Recco, fino ad arrivare all'ultima e definitiva edizione per la Poggi quando prenderà il nome Luisa [...]" nel 1955." Un aspetto sottolineato da Albini […] è che il modello di poltroncina da lui studiato nasce con il preciso intento di trovare un tipo di seduta che riassuma tutte le condizioni d’utilizzo del sedersi, in modo da «unificare il tipo di sedia in tutta la casa, proprio per evitare che nella sala da pranzo ci siano le sedie contro il muro che aspettano di essere utilizzate, nel soggiorno ci siano delle poltrone in più e nella camera da letto ci siano delle cose diverse»”. ( Giampiero Bosoni e Federico Bucci, Il design e gli interni di Franco Albini, Mondadori, Milano, 2009, pag 149 dalla riga n 16 alla riga n 28 ) " Per Franco Albini [...]  la sua missione è quella di fornire soluzioni funzionali e coerenti nella massima comodità e praticità, attraverso l’uso di quantità minime di materiale per un maggior risparmio economico. (dal webhttp://www.crazyforlight.it/magazine/maestri-del-design/franco-albini/ )
Dal punto di vista strutturale “ questa poltroncina si costruisce a partire da due fianchi con uno schema a cavalletto, uniti fra loro da traverse. L’elemento superiore del cavalletto, che funge da bracciolo, fuoriuscendo a sbalzo si unisce all'altro fianco con una traversa per sostenere lo schienale, e altre traverse poste al centro del cavalletto funzionano per essere quella posteriore il punto di fissaggio del piano della seduta e quella anteriore come appoggio libero, sul quale il sedile può flettere e scorrere in funzione del carico portato. ( Giampiero Bosoni e Federico Bucci, op. cit.  ) 
Poltrona Margherita  1951
Poltrona Primavera 1967
Franco Albini voleva creare prodotti che fossero per tutti: prodotti di alta qualità ma a costi contenuti. Inizia, così, una sperimentazione sull'utilizzo di materiali semplici e di basso costo e realizza nel 1951 la poltrona Margherita, " la prima poltrona senza gambe del design italiano, [...] un pezzo capace di unire la ricerca e il gusto per il design con la maestria artigianaMargherita […] è realizzata con una struttura composta da 60 canne di giunco d’India e 4 balestre in malacca, un cuscino in gommapiuma rivestito di tessuto con una gamma di sette colori. Riflette in questo senso una filosofia creativa, in base alla quale il design di un oggetto da prodursi industrialmente, può avvalersi di un ponte concettuale da cui accedere ai valori stilistici del design artigianale. […] Altre variazioni sul tema, sono state realizzate con gli stessi materiali come le poltrone Gaia (1951), Radar e Primaver(1967). (Laura CALLIGARI, Margherita, 27 dicembre 2012 http://www.arredativo.it/2012/recensioni/esterno/margherita/ )  
Casa Albini 1939
Un altro prodotto, ancora oggi venduto e apprezzato in tutto il mondo, è la Poltrona Fiorenza, uno sviluppo di una seduta che Albini disegnò nel 1939 e di cui furono realizzati pochissimi esemplari di produzione artigiana. Prodotta per la prima volta nel 1952 esistono diverse versioni di questa seduta e “ le modifiche riguardano soprattutto il cavalletto di legno e il suo modo di connessione con le parti imbottite. Nella versione del 1952 vi era la cinghia di sostegno alla seduta, nel 1956, la nuova versione ha gambe verticali e scompare la cinghia, infine in una versione del 1967 di produzione Poggi,  si reinterpreta quella che fu la prima versione del 1939 realizzata per casa Albini.” (Laura CALLIGARI, Fiorenza, 20 dicembre 2012, http://www.arredativo.it/2012/pezzi-storici/fiorenza/ ) La poltrona è caratterizzata da una struttura a X in legno e il rivestimento, non sfoderabile, è in poliuretano espanso, flessibile schiumato in stampo mentre nelle vecchie versioni era in gommapiuma. “Assunta a simbolo di comodità e comfort, la poltrona Fiorenza compare in una pubblicità di Pirelli degli anni Cinquanta : [...] è utilizzata come immagine – simbolo delle potenzialità della gommapiuma, considerato in questi anni il materiale più tecnologicamente avanzato, nel campo degli imbottiti. (Laura CALLIGARI, Fiorenza, op. cit. ) 
Poltrona Fiorenza 1952
Poltrona Fiorenza 1967

Nessun commento:

Posta un commento