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DESIGN 2013/14 n 1 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
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DESIGN 2013/14 n 2 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
http://design-cecilia-polidori-2014-2.blogspot.it/

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DESIGN 2013/14 n 3 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
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sabato 1 febbraio 2014

Semplicità *

speciale, stupendo, Alessia elargisce. grazie!
utilizzerò in futuro questo post come manifesto. ovviamente va in bibliografia fondamentale... e speriamo di saperlo e poterlo applicare.
cp
Michelangelo coniuga il concetto della creatività e della semplicità con la metafora dello scultore, Bellezza significa "togliere per poi aggiungere". Questo mix di semplicità e creatività lo ritroviamo anche nella sua lista della spesa, tanto semplice quanto d'effetto.

"La semplicità è la forma della vera grandezza."
Francesco De Sanctis

"Il genio è un uomo capace di dire cose profonde in modo semplice."
Charles Bukowski
dal web:  http://www.daimon.org/lib/aforismi/frasi_massime_aforismi_citazioni_semplicit%C3%A0.htm

"La verità profonda, per fare qualunque cosa, per scrivere, per dipingere, sta nella semplicità. La vita è profonda nella sua semplicità. "
Charles BukowskiHollywood, Hollywood!, 1989

"L'ovvio è quello che non si vede mai finché qualcuno non lo esprime con la massima semplicità."
Kahlil GibranSabbia e spuma, 1926

"La perfetta semplicità è inconsapevolmente audace."
George Meredith, La prova di Richard Feverel, 1859

""Pensare semplice" come era solito dire il mio vecchio maestro - significa ridurre l'intero delle sue parti ai minimi termini, tornando indietro ai primi principi."Frank Lloyd Wright
dal web: http://www.frasicelebri.it/argomento/semplicit%C3%A0/?page=2#start-content

La Semplicità - Alda Merini 

La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.
E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri.
Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili,
di finire alla mercè di chi ci sta di fronte.
Non ci esponiamo mai.
Perché ci manca la forza di essere uomini,
quella che ci fa accettare i nostri limiti,
che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia,
in forza appunto.

Io amo la semplicità che si accompagna con l'umiltà.
Mi piacciono i barboni.
Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
sentire gli odori delle cose,
catturarne l'anima.
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.
Perché lì c'è verità, lì c'è dolcezza, lì c'è sensibilità, lì c'è ancora amore.

dal web: http://www.aldamerini.it/component/option,com_kunena/Itemid,96/catid,2/func,view/id,21885/

"semplicità (ant. simplicità) s. f. [dal lat. simplicĭtas -atis, der. di simplex«semplice1»].

1. Qualità di ciò che è semplice: s. di un corpo, di un elemento; se la maggiore e minore velocità possono alterar la semplicità del moto, nessun corpo semplice si muoverà mai di moto semplice (Galilei). [...]

3. Principio di s., principio in base al quale si asserisce che fra due possibilità (per es. due ipotesi per una teoria scientifica), a parità di altre condizioni va assegnata maggiore plausibilità a quella che si può formulare nel modo più semplice; il principio consente, almeno in certi casi, di ordinare diversi enunciati in base alla loro probabilità (si noti che la semplicità della formulazione può dipendere anche dal linguaggio usato)."
dal web : http://www.treccani.it/vocabolario/semplicita/

Sinonimi della parola "semplicità"
"1. naturalità, genuinità, purezza
2. estens. facilità, elementarità, linearità, agevolezza, chiarezza, comprensibilità, accessibilità, evidenza, ovvietà, banalità
3. fig. (di vita, abito, arredo) povertà, essenzialità, sobrietà, misura, regolatezza
4. fig. (di stile) concisione, essenzialità
5. fig. inesperienza, ingenuità, sciocchezza, stoltezza, credulità, sprovvedutezza, dabbenaggine, candore"
dal web: http://dizionari.corriere.it/dizionario_sinonimi_contrari/S/semplicita.shtml


"La parola “semplice” ha in sé almeno quattro significati diversi. Sintetizziamo i vari esempi in punti nodali:
  1. “Semplice” è “facile”.
  2. “Semplice” è “immediatamente comprensibile”.
  3. “Semplice” è “schematico”, “povero di qualità”.
  4. “Semplice” è contrario di “complesso”, cioè “ha poche condizioni per esistere o esser pensabile”.
[...] Facciamo il punto della situazione:
  1. “Semplice” è una proprietà di un oggetto.
  2. “Semplice” non indica nessun oggetto, dunque non è un nome.
  3. “Semplice” è contrario di “complesso” in una logica binaria.
  4. “Semplice” è una proprietà relativa di un insieme di elementi continuo, definito tra due categorie “Semplice” e “Complesso”, in una logica fuzzy.
[...]diciamo che: “Semplice è una proprietà che ha un significato chiaro a partire dal contesto di uso. In tutti i casi, si riferisce ad una maggiore o minore complessità rispetto ad un dato insieme di elementi.” Se applichiamo questa idea a contesti più rigidi che non il linguaggio comune, che non esiste se non nella testa di chi parla, possiamo dire: “semplice è l’entità più elementare di una teoria”. Cioè “semplice è ciò che non consente ulteriori suddivisioni all’interno di un sistema assiomatico qualunque, sia esso una teoria logica o scientifica.”[...]
La definizione di questa parola richiede, come abbiamo mostrato, una collocazione chiara di essa nel contesto d’uso, altrimenti, ha un significato relativo, come quando diciamo che “giocare a pallone è più semplice di giocare a scacchi”, non chiarendo assolutamente nulla della proprietà “semplice” ma dando al lettore l’intuizione che ci sia qualche significato, in realtà, non altro d’una pura vaghezza. E’ “semplice” in una partita di pallone, il pallone, il giocatore di calcio, le linee segnaletiche. E’ “semplice” in una partita a scacchi la singola casella. Ma non si può dire che esista una qualche proprietà assoluta detta “semplice” tanto è che la parola in questione è del tutto priva di significato in contesti non chiari.
A questo punto possiamo giungere ad un’applicazione di tale parola in un contesto più scientifico-filosofico. “Semplice è l’elemento non ulteriormente scomponibile di una teoria” ad esempio, “In geometria, semplice è il punto”. In questo caso, la parola “semplice” si applica al singolo contenuto della scienza in questione. Questa definizione non è relativa alla costruzione formale, ma al suo contenuto, cioè quell’informazione minimale richiesta dalla materia per riuscire a formulare delle asserzioni sensate. Nessuna scienza ragiona senza alcun contenuto possibile, anche la logica parla di “proposizioni”. Una formula di questo genere “a implica b” non ha alcun senso se non sappiamo già che “a” e “b” sono frasi possibili.
[...] Possiamo adesso concludere. In primo luogo, la parola “semplice” non ha alcun senso al di fuori di un contesto. Nelle teorie scientifiche essa ha rilevanza in due sensi:
  1. Il minimo nucleo d’informazione di una teoria è il semplice.
  2. Il numero delle premesse di una teoria indica il grado di “semplicità” di una teoria.
Così abbiamo tenuto conto sia del valore “assoluto” di semplicità che del suo grado di relatività. Solo all’interno di una teoria il “semplice” ha un senso."
Giangiuseppe Pili, "Il semplice: un concetto complesso e non facile", su scuolafilosofica, 21 Novembre 2011, dal web : http://www.scuolafilosofica.com/419/il-semplice-un-concetto-complesso-e-non-facile




"Il meno è più (Less is more)."
Mies van der Rohe
dal web: http://aforismi.meglio.it/aforismi-di.htm?n=Ludwig+Mies+van+der+Rohe 

"Tra due spiegazioni, scegli la più chiara. Tra due forme, la più elementare. Tra due parole, la più breve."
Eugenio d'OrsQuando sono tranquillo, 1930

"Di tutte le disposizioni dell'animo, la semplicità è ciò che conduce a una vita felice."
Axel OxenstiernaRiflessioni e massime, 1645

"La semplicità è la principale condizione della bellezza morale."
Lev TolstojDiari, 1847-1910 (postumo, 1928/58)
dal web: http://www.aforismario.it/aforismi-semplicita.htm

“La bellezza è come una gemma preziosa, per la quale la migliore montatura è la più semplice.” Sir Francis Bacon


Zen e l'arte della semplicità al lavoro

"L'ideale estetico Zen denominato Shibumi definisce gli oggetti e le esperienze che risultano belli in maniera diretta, semplice, senza eccessi: la cui caratteristica è l'elegante semplicità, l'efficacia senza sforzo e la suggestiva imperfezione.

Parlando dell'estetica Zen, ciò che rende Shibumi particolare, come potente ideale di design, è la combinazione unica di rara semplicità e impatto sorprendente.
Comporta il raggiungimento del massimo effetto con il minimo sforzo, che in realtà è un esercizio universale utilizzato in molte forme: artisti e designer, infatti, utilizzano lo spazio bianco o 'negativo' per trasmettere potenza visiva; scienziati, matematici e tecnici di ricerca lo usano per le teorie che spiegano i fenomeni altamente complessi in modo incredibilmente semplice.

Ciò che queste varie forme hanno in comune, è proprio la caratteristica principale dello shibumi: l'elemento della sottrazione.
Il pensiero di sottrarre qualcosa al fine di creare valore [...]  è la chiave di volta dello Zen.
La domanda che ne deriva è: come si applica nella realtà questa qualità elusiva?
Cercando la risposta diamo un'occhiata ai principi di progettazione specifici dello Zen, che individuano e sostengono la ricerca dello shibumi e poi, alle loro applicazioni pratiche per le progettazioni di business e lavoro.

1. Koko (austerità)

Steve Jobs, 1982 (image courtesy Elephant Journal)
dal web:
http://chatterbox.typepad.com/portlandarchitecture/meta_media/
Il primo principio è quello denominato Koko, che enfatizza la moderazione, l'esclusione e l'omissione, abbracciando l'idea che 'non aggiungere' è un valido approccio sottrattivo.
C'è una foto illuminante del giovane Steve Jobs (un praticante buddista) scattata intorno al 1982, seduto nel mezzo del salotto della sua casa di Los Altos.
Nella stanza non c'è molto, un sistema audio e una lampada Tiffany. Steve lavora sorseggiando un tè, seduto alla maniera yoga su una stuoia, con pochi libri intorno a lui.
L'immagine spiega più di molte parole la filosofia di progettazione di ogni prodotto Apple realizzato sotto la sua direzione e aiuta anche a spiegare la sua avversione per i pulsanti. [...]

Lezione di design Zen #1: astenersi dall'aggiungere ciò che non è assolutamente necessario.

2. Kanso (semplicità)

Kanso impone che bellezza e utilità non debbano essere eccessivamente caricati, decorativi o fantasiosi preferendo un senso di freschezza, pulizia e ordine.[...]

Lezione di design Zen #2: eliminare ciò che non serve per fare più spazio per ciò che si utilizza.

3. Shizen (naturalità)

Shizen vuole trovare un equilibrio tra l'essere contemporaneamente 'naturale', ma con una propria distinzione, e l'essere visto senza pretese, senza artifici, non forzato, per essere considerato come intenzionale piuttosto che accidentale o casuale.
Quando Ben Hamilton-Baillie esperto di progettazione urbana nel Regno Unito ha elaborato gli "spazi condivisi" nei dintorni di Kensington High Street e Sloane Square a Londra, si è rifatto all'esperienza degli incroci di grande traffico olandesi, a loro volta ispiratisi allo Shizen, che sono stati ridisegnati privi di controlli, seguendo il principio dello spazio condiviso.
In queste intersezioni di spazio condiviso, i cordoli sono stati eliminati, l'asfalto sostituito con mattoni rossi e sono state realizzate fontane, giardini e dehor di caffé.
Quando si arriva a questi incroci, si può solo rallentare per partecipare a questo tipo di interazione usando l'intelligenza.
Il risultato è un ordine organico, naturalmente autogestito che ha ridotto della metà gli incidenti e del doppio il flusso di veicoli. L'unica regola è guidata dal contesto: i soggetti responsabilizzati devono utilizzare la loro testa per controllare la situazione e questa interazione comporta il rispetto per le persone più vulnerabili.

Lezione di design Zen #3: incorporare modelli e ritmi naturali quando si progetta una soluzione.

4. Yugen (sottigliezza, implicazione)

Il principio di Yugen individua il punto di vista Zen secondo cui il potere della suggestione spesso è più forte di quello della manifestazione: lasciare qualcosa all'immaginazione crea un'irresistibile aura di mistero, che lascia a noi lo spazio (e lo stimolo) per trovare risposte convincenti.
La seduzione si trova in ciò che non conosciamo, perché ciò che non conosciamo ci interessa di più di quello che sappiamo, infatti siamo curiosi per natura.[...]

Lezione di design Zen #4: limitare le informazioni e lasciare spazio all'immaginazione e alla curiosità

5. Fukinsei (imperfezione, asimmetria)

L'obiettivo del Fukinsei è di sollecitare la naturale inclinazione umana a cercare la simmetria.
Quasi tutto in natura è simmetrico, si tratta del principio organizzatore predominante dell'universo, la legge fisica dell'equilibrio.
Ma poiché è così prevalente, diamo spesso la simmetria per scontata, fino a quando è presente.[...]
  
Lezione di design Zen #5: lasciare spazio agli altri di co-creare con voi; fornire una piattaforma per l'innovazione aperta."

Matthew May, Zen e l'arte della semplicità al lavoro, su Cultor College, dal web:  dal web : http://www.cultor.org/zen/z.html

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